L'ARLECHI', servitore di due padroni


Tratto da "Il servitore di due padroni" di C.Goldoni
regia Miriam Ghezzi
Direzione artistica Armanni Nicola

Con Adobati Nicolas, Armanni Nicola, Arnoldi Sara, Corti Marzia, Fiorinelli Giovanni, Ghezzi Miriam, Tirloni Daniele, Tirloni Stefano

Ho fatto una gran fadiga, ho fatto anca dei mancamenti, ma spero che, per rason della stravaganza, tutti si siori me perdonerà!

Così dice Arlecchino alla fine di una rocambolesca vicenda di amori contrastati, burle e malintesi: per mangiare a sazietà e ottenere doppio stipendio, infatti, si è messo segretamente al servizio di due padroni; con la sua balordaggine, però, ne confonde denaro, consegne, lettere e ritratti, gettando nella più completa confusione i personaggi della commedia, e contrastando involontariamente ben due matrimoni.
La storia si conclude lietamente, come si conviene, tra risate, battute, canzoni e qualche bastonata per il povero Arlecchino… che, non per questo, perde il suo spirito semplice e lieto.

Arlecchino, Pantalone e Brighella sono tre delle più celebri maschere della Commedia dell’Arte, il teatro “all’improvviso” popolarissimo tra i secoli XVI e XVIII in mezza Europa. Carlo Goldoni è il primo a scrivere un copione al posto del sintetico canovaccio, consentendoci di rivivere lo spirito di quella grande epoca di teatro, in cui i dialetti avevano la dignità di una lingua ufficiale per lo spettacolo, proprio come l’italiano.