LA FAMIGLIA DELL'ANTIQUARIO


Tratto da "La famiglia dell'antiquario" di C.Goldoni
regia Sara Arnoldi, Marzia Corti, Miriam Ghezzi
Direzione artistica Armanni Nicola

Con Adobati Nicolas, Arnoldi Sara, Corti Marzia, Cortinovis Tiziana, Fiorinelli Giovanni, Modica Giuseppe, Padilla Valeria, Tirloni Daniele, Tirloni Stefano

Cosa succedeva nel secolo XVIII quando una nobile suocera si trovava a vivere sotto lo stesso tetto di una ricca nuora?
Carlo Goldoni ce lo racconta in una vicenda agile e frizzante, in cui alle classiche Maschere della Commedia dell’Arte, come Arlecchino e Colombina, si affiancano personaggi di maggior spessore psicologico, come le due donne che si contendono il dominio della casa e i due padri degli sposi: un collezionista di antichità incapace di distinguere tra un fossile e una vongola, e un ricco mercante che si impegna a riappacificare le liti sorte in famiglia.
In un turbine di sotterfugi, inganni e fraintendimenti, lo spettacolo conduce a scoprire quale sia, secondo l’autore, l’unico possibile esito della convivenza forzata tra una suocera e una nuora.

Ne La famiglia dell'antiquario compaiono, come in moltissime opere di Goldoni, i tipi della Commedia dell’Arte, personaggi stereotipati e dotati di maschera che caratterizzano la Commedia dell’Arte.
Tuttavia, in quest’opera cominciano gradualmente ad apparire nuovi aspetti e sfumature che l’autore svilupperà negli spettacoli detti della “Riforma”.
Per esempio, Pantalone dei Bisognosi mostra di avere l’affetto di un vero padre vedovo, disposto a tutto per realizzare la felicità della figlia, e gli “amorosi” Giacinto e Doralice non si trovano più alle prese con avventure amorose romanzesche, ma con problemi reali, come la gestione dei soldi e la convivenza con le famiglie di origine: con Goldoni, la verità irrompe sulla scena, ma senza rinunciare al divertimento degli schemi teatrali tanto amati dal pubblico del suo tempo..